“Cuscino della suocera” ? si ! è proprio così la pianta Echinocactus viene chiamata in questo modo per la sua forma, simile ad un riccio e forse anche per la sua longevità . L’Echinocactus è una pianta che può durare molti anni, anche più di 30, e resiste a molte avversità. Vediamo insieme le sue caratteristiche e come si cura.
Le origini della pianta Echinocactus
E’ una pianta originaria delle aree desertiche del Messico e dell’America centrale dalla forma globosa, simile ad un pallone, fu identificata nel 1891 da Heinrich Hildmann. Si è diffusa inizialmente negli Stati Uniti meridionali, in particolare in California,Arizona, Utah, Nevada, Texas, Nuovo Messico e Oklahoma, ma oggi è conosciuta e molto apprezzata in tutta Europa e in Italia.
Le specie del genere Echinocactus
Echinocactus è un genere che conta sei specie di piante succulente appartenente alla famiglia delle Cactacee. Le sei specie sono le seguenti: Echinocactus grusonii, Echinocactus horizonthalonius, Echinocactus parryi, Echinocactus platyacanthus anche chiamato Echinocatus ingens, Echinocactus polycephalus ed Echinocactus texensis. La specie più conosciuta e commercializzata è Echinocactus grusonii, comunemente chiamata solo Echinocactus e “cuscino della suocera”, la seconda specie più commercializzata in Italia è l’Echinocactus ingens.
Echinocactus ingens: qualche cenno e curiosità
Echinocactus ingens, merita qualche parola di approfondimento. Innanzitutto può vivere fino a 100 anni, mentre il suo parente Grusonii vive circa 30 anni. Inoltre è un cactus solitamente solitario ed è il più grande dei cactus con portamento globulare o a botte. La pianta presenta una spina centrale e 6-8 spine radiali: tutte sono dritte, rigide e di colore nero/brunastro. L’apice dello stelo è piatto e ricoperto di feltro giallo-bianco; le costole aumentano con l’età.
Echinocactus grusonii
Solitamente quando si parla di Echinocactus si parla della specie grusonii, la più conosciuta, la pianta a cui appartengono diversi “strani nomi” e la più simile a un “riccio” come vedremo in seguito in questo articolo.
Etimologia dell’Echinocactus
Il nome deriva dal greco Echinos che in italiano vuol dire “Echino”, il nome di due ricci di mare (Echinus melo ed Echinus acutus ), assai comuni nei nostri mari e in quello della Grecia: il primo con aculei rossicci o verdastri, il secondo con aculei verdi. Echinocactus è il nome che gli fu dato da Heinrich Hildmann che colse l’indubbia somiglianza con i ricci sia di mare sia di terra.
Nel linguaggio comune, invece, questa pianta è nota con tanti nomi curiosi, quali, “cuscino della suocera”, “cactus barile” e “palla d’oro”.
Caratteristiche principali della pianta Echinocactus
Echinocactus grusonii ha una forma sferica e tondeggiante, ricoperta da ispide e lunghe spine robuste di colore giallo intenso o bianco mentre negli esemplari giovani le nuove spine assumono un colore rossastro. Il fusto sferico è di colore verde ed è solcato da ampie costolature molto marcate e definite. Possono esserci fino a 30 costolature da cui si sviluppano le areole e le spine. Le areole sono tonde e ricoperte da una fitta pelurietta, dotate, come suddetto, di spine lunghe e molto robuste.
Il loro diametro può arrivare facilmente fino a circa 90 cm, in alcuni casi raggiunge anche i 180 cm ed 1 metro di altezza (nei deserti Messicani e Americani). L’Echinocactus anche di media grandezza, per via della sua forma, ispira simpatia e sorrisi insieme a lieve timore per via delle spine.
Forma e colori dei fiori dell’Echinocactus
L’affascinante fioritura giallo ocra sboccia in primavera/estate. I numerosi fiori gialli formano una sorta di corona attorno all’apice. I fiori, che fuoriescono dalla peluria apicale, sono molto piccoli – circa 5 cm di diametro – di forma tubolare, color giallo brunastro. Il Cuscino della suocera è sicuramente una delle piante più affascinanti da far fiorire ma richiede molta pazienza, poiché ha una crescita estremamente lenta. La pianta ha la sua prima fioritura intorno ai 15 anni di vita. Negli esemplari giovani, in attesa della prima fioritura sono degne di nota le nuove spine che assumono un colore rossastro arricchendo ancora di più il suo patrimonio estetico.
Come prendersi cura del Cuscino della Suocera
Il Cuscino della Suocera è particolarmente resistente anche nei periodi di particolare siccità, grazie alla sua forma sferica che gli permette facilmente di trattenere molti liquidi.
Esposizione alla luce e temperatura
La pianta Echinocactus ama molto la luce solare e ne ha bisogno per crescere e fiorire: è dunque consigliabile tenerla su un balcone esterno o nel giardino in un punto che non sia all’ombra, in luoghi ove la temperatura non scenda al di sotto dei 5 gradi.
La coltivazione in vaso dell’Echinocactus e il rinvaso
L’Echinocactus cresce bene anche in vaso grazie alla sua rusticità e robustezza garantendole un’ ottima esposizione, magari spostando il vaso dell’Echinocactus sul balcone o in giardino durante i mesi più caldi. Il rinvaso va effettuato in primavera e soltanto se necessario, utilizzando un terreno ricco di inerti, tale operazione sarà necessario soltanto ogni 2-3 anni in quanto, come abbiamo visto, l’Echinocactus ha una crescita molto lenta. L’Echinocatus si riproduce tramite seme, ed è consigliabile, non appena spuntano le prime piantine, procedere con l’interramento in giardino o il ripicchettamento in vaso.
L’irrigazione
Come avrete già intuito l’Echinocactus non va bagnato molto: la sua forma globulare gli garantisce di trattenere molti liquidi permettendogli di sopportare lunghi periodi di siccità. Diversamente è necessario fare attenzione ai ristagni idrici che possono causargli marciume radicale.
Conclusioni e curiosità
Grazie alla sua facile coltivazione e robustezza ha trovato largo uso sia come regalo essendo simbolo di resistenza e resilienza, sia nei giardini o spazi esterni a clima temperato e mite. Il nome “cuscino della suocera” fa pensare le sia stato dato anche per la sua longevità. Mentre l’Echinocactus grusonii è soprannominato il “cuscino della suocera”, l’Echinocactus ingens è noto come “cactus botte grande”.
Nonostante sia una pianta nata nei deserti, oggi se ne contano poche decine di esemplari ancora in libertà, e viene considerata una pianta ad alto rischio di estinzione, per questo motivo il suo valore è elevato.